L'opera di Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, introduce il concetto di subpersonalità 

Con il crescente sviluppo dell'Intelligenza Artificiale (IA), si apre una nuova frontiera per lo studio e l'esplorazione di queste subpersonalità. L'IA può essere vista non solo come uno strumento di indagine, ma anche come un mezzo per modellare e interagire con le dinamiche interne della psiche, offrendo nuovi strumenti per visualizzare e comprendere i processi mentali che portano alla frammentazione o all'integrazione delle subpersonalità. 

Secondo Assagioli, le subpersonalità  sono le cosidette “maschere” che lavorano sotto la soglia della coscienza, ciascuna rappresenta una particolare modalità di risposta agli stimoli ambientali, frutto di esperienze, educazione e influenze culturali. Esse possono entrare in conflitto tra loro o con il Sé centrale, generando disarmonia e tensione interiore. La Psicosintesi mira a riconoscere, accettare e integrare queste subpersonalità, permettendo al soggetto di accedere a una maggiore auto-consapevolezza e padronanza​.

In questa era di espansione tecnologica, l'intelligenza artificiale offre opportunità senza precedenti per simulare le dinamiche interne delle subpersonalità e per analizzare come queste interagiscono. Grazie all'IA, infatti, possiamo sviluppare modelli computazionali della mente umana che riescano a rappresentare i vari livelli di complessità della psiche. Questo processo può essere utilizzato per scopi di ricerca ed ampliare la nostra comprensione teorica delle subpersonalità.

Oggigiorno, gli algoritmi di machine learning, e in particolare le reti neurali artificiali, possono essere utilizzati per creare modelli virtuali delle subpersonalità. Attraverso l'analisi di grandi quantità di dati (ad esempio, linguaggio, espressioni facciali o comportamenti), l'IA può identificare schemi ricorrenti che corrispondono a specifici "personaggi" psichici. Ogni subpersonalità potrebbe così essere modellata come un sistema di risposte comportamentali autonome, con le proprie preferenze, convinzioni e tendenze ed essere utilizzata nel campo della ricerca, didattica ecc. si pensi alla possibile, nello specifico, all’espansione delle ricerche di natura darwiniana sulla natura innata o appresa delle emozioni ma in generale, attraverso le interfacce conversazionali basate sull'Intelligenza Artificiale (IA), si può rilevare un grande potenziale significativo per facilitare il dialogo con le subpersonalità, fornendo un nuovo modo di esplorare e comprendere le miriadi di parti della psiche descritte da Roberto Assagioli. 

Queste interfacce possono essere utilizzate in contesti, come già accennato, di ricerca scientifica, ma anche di auto-esplorazione per consentire agli individui di identificarsi e interagire con le proprie subpersonalità in modo dinamico e accessibile, infatti, le interfacce IA possono essere programmate per simulare un dialogo con diverse subpersonalità così che l'utente può imparare più facilmente a descrivere, riconoscere, dialogare con i suoi personaggi, dai più comuni ai più reconditi e l'IA rispondere utilizzando modelli di linguaggio che riflettono i pensieri e le motivazioni delle diverse subpersonalità. Questa interazione può stimolare l'individuo a riconoscere schemi inconsci, facilitando la separazione/integrazione nonché  la comprensione delle varie voci interiori. Ogni subpersonalità può essere trattata come una “persona/personaggio” distinto con cui dialogare per comprendere più a fondo i suoi desideri, paure e bisogni. Nonostante il potenziale dell'IA nell'esplorazione delle subpersonalità, ci sono diverse questioni etiche da considerare, infatti, come ogni strumento d’indagine, esso deve essere considerato un ausilio e non il sostituto dell’operatore ciò per evitare o almeno ridurre il rischio di trasformare l'esperienza umana ad un semplice modello computazionale, trascurando l'aspetto profondamente soggettivo emotivo e spirituale. Inoltre, l'uso dell'IA potrebbe sollevare preoccupazioni non trascurabili, riguardanti la privacy dei dati, soprattutto se si tratta di informazioni sensibili riguardanti la salute mentale.

Nonostante i limiti, l'integrazione tra la Psicosintesi e l'Intelligenza Artificiale potrebbe aprire nuove strade per la psicologia del futuro. Con il miglioramento delle tecnologie di IA, sarà sempre più possibile sviluppare strumenti ancor più sofisticati per aiutare la ricerca ed il singolo individuo a riconoscere e interagire con le subpersonalità. Inoltre, la possibilità di creare simulazioni personalizzate delle subpersonalità fino a poter pensare un’elaborazione talmente sofisticata da offrire un approccio su misura nel trattamento dei disturbi psicologici legati alla frammentazione dell'identità.

In definitiva, mentre l'IA non potrà mai sostituire completamente l'esperienza umana diretta, essa si presenta come un alleato potente per espandere il nostro accesso alla conoscenza interiore. Attraverso il dialogo tra la tecnologia e la psiche, possiamo immaginare un futuro in cui l'esplorazione delle subpersonalità diventa non solo uno strumento di ricerca ma anche un viaggio di autoscoperta arricchito dalla precisione e dalle capacità di analisi dell'intelligenza artificiale.