Assagioli definiva la “Volontà” come un “muscolo” e come tale, più la si allena, più essa si rinforza... se ben sviluppata, rende più efficace ogni sforzo futuro.

Spesso, quando ci riferiamo al concetto di volontà, richiamiamo alla mente un concetto “vittoriano” dove la volontà è intesa come una autorità severa, che proibisce, condanna, reprime ed agisce contro gli impulsi; al contrario essa deve essere intesa come forza dinamica atta alla perenne ricerca della direzione e dell’equilibrio di tutte le energie ed attività dell’individuo, senza mai assumere carattere di repressione.

Essa ha inoltre la funzione nell’orientare l’individuo verso l’azione tendendo perennemente a controbilanciare la forza dell’inerzia, la scelta della “via più facile” e meno faticosa suggerita costantemente da un cervello “programmato naturalmente” verso la massimizzazione dell’economia delle risorse energetiche e non curante delle conseguenze di privazione esistenziale  di un mancato impegno importante.

Perché l’individuo possa approcciarsi alla dimensione della volontà, innanzitutto ha necessità di sapere che essa esiste, che è in noi (abbiamo una volontà) ed infine, che siamo  una volontà; solo dopo aver raggiunto tali consapevolezze, saremo in grado di svilupparla e renderla forte.

La forza di volontà o “volontà forte” è un suo primo aspetto ma  non l’unico ma è sicuramente il più intuitivamente riconoscibile e familiare. La volontà forte è caratterizzata dal suo potere, impeto ed energia; essa assicura intensità e concentrazione che ci consentono di raggiungere il nostro intento.

Un secondo aspetto della volontà è quello sapiente o volontà sapiente, essa è la capacità di riuscire ad ottenere i risultati desiderati col minor dispendio di energie; essa si contrappone a quell’aspetto talvolta rozzo e imposto altrimenti disorientato e disorganizzato dell’agire, fattori non certo espressione di efficacia ed efficienza.

La funzione essenziale della volontà  sapiente è quindi quella di utilizzare al meglio l’energia di quella forte  attraverso l’espressione della strategia migliore (più veloce e minor sforzo) per raggiungere l’obiettivo.

L’abitudine nell’adottare la volontà sapiente, porterà il soggetto verso un successo garantito, un’alleggerimento della qualità della sua vita e quindi benessere; al contrario, un investimento eccessivo e/o disorganizzato di energie per raggiungere l’obiettivo, può produrre come conseguenza, affaticamento e sopratutto evitamento. 

Segue poi la volontà buona cioè quell’aspetto della volontà rivolta verso scopi costruttivi e non distruttivi e/o pericolosi, essa si esprime attraverso il passaggio da un’aspetto egocentrico/individualistico ad un concetto di volontà orientato verso mete coerenti con il benessere degli altri ed il bene dell’umanità.

L’aspetto della volontà buona ci riporta alla scelta della direzione da far seguire a quella forte e sapiente in quanto questi ultimi due aspetti possono essere diretti verso scopi negativi/distruttivi ovvero benefici. 

Assagioli collega alla volontà buona, due leggi fisiche: la terza legge della dinamica o di azione e reazione: “se un corpo A esercita una forza su un corpo B allora B esercita su A una forza uguale e contraria” che applicata al mondo della psicologia richiama il principio secondo il quale chi fa del male attira male a se stesso e chi è violento e spietato richiama su di sé violenza e crudeltà degli altri secondo il principio di ritmo ed equilibrio.

Se la volontà buona esprime una qualità della volontà più “elevata” rispetto alle precedenti, la volontà transpersonale esprime al massimo la sua “verticalità” manifestata con l’esperienza trascendente o esistenziale. 

La volontà di ricerca di significato o di ricerca di senso della propria vita diviene unico ingrediente capace di colmare quel vuoto esistenziale che né fama né ricchezza possono riempire.

Nonostante Roberto Assagioli fosse un cultore della dimensione esistenziale, egli stesso prende ad esempio Victor Frankl, psichiatra, padre della Logoterapia, cioè di quella branca della psicologia, dedicata all’aspetto esistenziale dell’uomo.

Da un’osservazione globale, si evince che i vari aspetti della volontà presentati nella psicosintesi di Roberto Assagioli, siano concatenati l’uno con l’altro all’interno di un processo evolutivo di sviluppo dell’uomo, la centralità e l’evidente attenzione alla volontà deriva proprio dalla sua necessaria considerazione per il progresso del singolo e dell’umanità intera, per tutto ciò, la sua importanza dovrebbe essere scoperta, studiata e agita da tutti.